domenica 7 aprile 2013

Non dovete badare al cantante

Ligabue (si lo so, cominciare un post così è come firmare una confessione) cantava che non dovete badare al cantante, tutta gente che viene e che va.
Il Liga l'ha cantato sto pezzo evidentemente per scaramanzia, e gli è andata pure bene, visto che è ancora lì, sulla soglia del mezzo ettolitro di anni, coi pantaloni di pelle e il giubbotto con le frange (o frangie? o frangia? boh, avete capito, quelle ridicole strisce di pelle lungo i confini delle cuciture), a cantare vivo o morto x.
Quando sento il mio boss, penso sempre a Ligabue (un po' anche a Bruce Springsteen, ma è un'altra storia).
Ieri mi prende e mi fa:
"Beccaccia, hai fatto un casino"
"Chi, io?"
"No, soreta, certo, tu tu"
"....e che?"
"Hai chiamato i Ranzani?"
"Embè?"
"Ma tra dieci giorni scadeva il coso"
"Che cosa?"
"Il coso...là, come si chiama"
"Come si chiama il coso....boh, cosa è il coso? che ne coso io?"
"Quel pezzo di carta che ci si mette la firma e diventa qualcosa di più di un pezzo di carta"
"Ah, intendi il contratto"
"Preciso"
"Li ho chiamati proprio perchè scadeva, boss"
"Ma sei un crodino"
"E tu uno schiavista di negroni..."
"Se non li chiamavi perdevano il posto e ci potevamo mettere almeno due Maroni, o quattro Berlusconi, oppure un uomo di media statura, insomma, ci facevamo due soldi"
"E il nonno dei Ranzani? Quello è lì da 120 anni, sai come ci rimane male se lo mettiamo nella fossa comune, poi i Ranzani son fighettini lo sai"
"Beccaccia, non devi badare al Ranzani, tutta gente che viene e che va".
Quando, anche scherzando, la gente dice che il cimitero sarà la loro casa eterna, o per lungo tempo, non sa quanto si sbaglia.
Anche lì, spiace dirlo, si paga l'affitto, e dovendo farsi pagare l'affitto dai parenti superstiti, amici miei, se ci si riesce per qualche decina d'anni è già un miracolo.

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