mercoledì 12 dicembre 2012

La vita é una scatola

Lo diceva Forrest.
La vita?
La vita é una scatola di supposte.
Suppongo sia per questo che si dice prenderlo in quel posto, perché é sul posto, che in napoletano si dice supposto.
Ieri mentre aspettavo il cartone con la pizza (ma ci tenevo più alla pizza, sia chiaro, che al cartone) ho visto due amici seduti ad un tavolo.
Uno, il classico alternativo, così alternativo da essere assolutamente ordinario, tra gli alternativi.
Piercing dappertutto, lobi slabbrati, tatuaggi estesi.
L'altro il classico nerd informatico, felpone, scarpe sfigate, pantaloni multitasche.
Ciascuno di loro aveva due cellulari di fronte, di cui uno usato a piene mani per scrivere a chissà chi o chissà su quale social network.
Ho aspettato mezz'ora la pizza e non sono riuscito a sentire il suono della voce di nessuno dei due.
É paradossale che il telefonino, che é un mezzo di comunicazione, finisca per ammazzarla, la comunicazione.
Mi é venuto da chiedere anche come facessimo un tempo, a cena, a riempire gli spazi morti, le pause.
Forse parlavamo di più, pur parlando meno al telefono?

4 commenti:

  1. ...lo si può chiamare anche "assorbiattenzioni"o "ciucciavita". C'è chi se lo porta a letto, nel bagno... c'è chi ha attacchi d'ansia se la batteria si scarica; e ci sono luoghi di cura per questo tipo di patologie, non lo sapevi? E non sto scherzando.
    stilem.

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  2. Stai un po' troppo al telefono, per i mie gusti, ecco!!!!!

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  3. Ciao cara...non é questo, purtroppo....ho avuto giorni molto difficili....ma sono tornato...

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